Mi chiamo Giuseppe Vicedomini, i miei amici Rosario Cunto e Joseph Granados, mi chiamano “Peppe o'zuzzuss”.
Ho 19 anni ed abito a Ponticelli, il mio amico Phil Granados appartiene ad una famiglia mafiosa, il padre Joseph Granados, proviene dall'America. La madre, morta per un incidente stradale.
Invece Rosario Cunto, è un ragazzo di strada, la madre Gina Iazzoni, e il padre Francesco Cunto sono due persone molto affezionate al figlio. Un bel giorno di sole mi chiama Phil al telefono e mi dice: “Ciao Giuseppe” ed io ricambio.
“Senti vuoi venirti a fare un giro con la macchina di mio padre? Dobbiamo discutere di un fatto”.
E Peppe: “Occhei tra due minuti sarò da te.”
Phil: “Occhei, ti aspetto, ci vediamo dopo!”
Peppe: “Vabbene, ciao!”.
Mi preparai e scesi per andare verso la casa di Phil, lo vidi da lontano già con una faccia molto arrabbiata e mi misero nella loro macchina. Nella mia mente pensai quale cosa di importanza vitale dovesse dirmi. Joseph mi chiese se volevo lavorare nella sua famiglia.
In quel momento ero pieno d'ansia e non sapevo cosa dire, perché pensai che se dicevo no, mi uccidevano.
Alla fine decisi, e dissi: “Si, volentieri”.
Joseph: “Allora cominciamo adesso, questa è una pistola!”
La presi in mano ed era molto pesante.
Phil: “Senti, adesso andiamo a fare una sparatoria e ci devi stare pure tu”
Dissi occhei, ma ero molto preoccupato.
Arrivati a destinazione, scendemmo ed iniziammo a sparare all'impazzata verso la questura, io dissi “Ma perché abbiamo sparato?” Non c'era una risposta, era solo un divertimento. All'improvviso, mentre sparavamo, la polizia ci circondò, a me Joseph, Phil e altri 5 mafiosi americani, ci fecero posare le armi, ci arrestarono ed avemmo l'ergastolo.
Avevamo ucciso solo 24 uomini. Adesso, per questa cazzata sono rimasto rinchiuso in cella a 19 anni e mi dico:
“Che vita di merda a stare qui per tutta la vita”.